Sempre regna alto il caos, nei cieli di Alitalia. Ops, pardon… qua si (s)parla di altro. Peccato solo che le farse non siano solo a teatro ma risultino prevalenti nella quotidianità, con tanti Pulcinella che si credono Napoleone o Gesù, mentre altri più semplicemente sono consapevoli di essere dei semplici buffoni di corte.

“La fratellanza della sacra Sindone” di Julia Navarro

6 agosto 2009 2 commenti

La fratellanza della sacra Sindone - Julia Navarro

Domate le fiamme divampate nel Duomo di Torino, viene rinvenuto il cadavere carbonizzato di un uomo senza lingua, e non è il primo a rimanere coinvolto nei numerosi incidenti che hanno colpito la cattedrale nel corso degli anni. È un particolare che mette in allarme l’istinto del capitano Valoni, il capo del Comando per la tutela del patrimonio artistico. L’incendio apparentemente sembra essere stato causato da un banale corto circuito, alcune opere d’arte sono andate distrutte, ma il tentativo di furto sembra da escludere. Allora quali erano le reali intenzioni dell’uomo senza lingua? Valoni è convinto che al centro di tutto vi sia la più importante reliquia della Cristianità conservata nella cattedrale: la Sacra Sindone.

La sacra Sindone, una delle reliquie dell’antichità più venerate e per certi versi contestate, è da oltre duemila anni al centro di un giallo storico e religioso ben noto in tutto il mondo. Ora è la protagonista indiscussa di un thriller campione di incassi in Spagna e tradotto in 15 lingue. Sulla scia del filone mistico inaugurato da Dan Brown con il suo ‘Codice da Vinci’, l’autrice spagnola Julia Navarro costruisce una storia piena di intrighi e sette segrete in lotta tra loro dalla notte dei tempi. Anche l’artificio del racconto che descrive con un sapiente mix di storia e plausibile fantasia quanto ‘realmente’ accaduto alla Sindone, e che si dipana in parallelo agli accadimenti contemporanei, stimola il lettore ad appoggiare le ipotesi investigative che sembrerebbero frutto di fervida immaginazione.
Lo stile narrativo ogni tanto perde di incisività, ma nel complesso l’esposizione è scorrevole e la trama appassionante, tanto da indurre il lettore a completare rapidamente la lettura per conoscere il risultato della partita a scacchi che si sviluppa lungo le pagine.

E’ nato l’ eReader


Sarà un quotidiano magico, come la “Gazzetta del Profeta” letta da Harry Potter, scrive il “Times”.
In effetti il prodotto della Plastic Logic -un’azienda di Cambridge (Massachusetts) che ha fatto affidamento sugli studiosi del Cavendish Laboratory- rischia di trasformare  l’industria editoriale e non solo. Non ancora disponibile nella versione commerciale, ma solo come prototipo, il prodotto dovrebbe essere ormai in dirittura d’arrivo, con un costo di progetto pari a 180 milioni di euro e dieci anni di studio.
Come si può osservare dal video, Il Plastic Logic ha le classiche dimensioni di un foglio A4 e si basa su una tecnologia simile a quella dei lettori elettronici: lo schermo non è a cristalli liquidi, ma a nanosfere e non consuma energia se resta acceso, ma solo quando si gira pagina.
I primi schermi Plastic Logic verranno commercializzati negli Stati Uniti all’inizio dell’anno nuovo, a un prezzo simile a quello del lettore rigido Kindle della Amazon, concorrente diretto, cioè attorno ai 300 dollari. In Europa il prodotto arriverà verso fine 2010 o inizio 2011. L’avvio della produzione è questione di qualche mese. Per la verità l’azienda è già pronta, ma ci sono ancora perplessità di marketing, dice il vicepresidente della Plastic Martin Jackson: “La gente si preoccupa che lo schermo possa rompersi se lo arrotola e lo mette in cartella”.
Che dire? Beh, io avevo espresso tutte le mie perplessità quando era stato presentato il Kindle: troppo pesante, limitato nell’utilizzo, nell’autonomia. Un prodotto per first-mover o esibizionisti, non una “killer-application”. Avevo accennato ad una soluzione molto più efficace e fruibile. Ebbene, è arrivata. A mio avviso questo prodotto ed i suoi successori permetteranno di unificare giornale elettronico e cartaceo in una unica soluzione, dando una spinta verso la completa trasformazione di quelle che ancora oggi sono redazioni per lo più tradizionali.

“L’ultimo giurato” di John Grisham


L ultimo giurato - John Grisham

Nel 1970, uno dei settimanali più vivaci dello Stato del Mississipi, “The Ford County Times”, fallisce. Ad acquistare la testata, con grande stupore di molti, è Willie Traynor, un ragazzo di ventitré anni che non ha neanche terminato gli studi al college. Il giornale sembra spacciato, fino a quando una giovane madre viene brutalmente uccisa da un membro dell’influente famiglia Padgitt. Willie riporta tutti i particolari raccapriccianti della vicenda e il giornale aumenta le vendite, mentre Danny Padgitt, l’assassino, viene condannato. A nove anni di distanza, Danny esce di prigione deciso a vendicarsi…

“L’ultiimo giurato” non è un (legal)-thriller nel sennso tradizionale del termine, in quanto manca lungo tutto lo scorrere del romanzo quel pathos tipico del genere. Anche la compenente legale risulta quasi marginale e di contorno. E’ invece un ottimo romanzo descrittivo di un periodo particolare degli anni 70 visto con gli occhi di un giovane finito quasi per caso in un mondo così diverso da quello da lui fin lì frequentato. Un mondo lento che purtroppo viene trasmesso anche al lettore, perchè larga parte del romando segue il ritmo del tempo che racconta. Nonostante tutto, non si può non rimanere affascinati dall’abile ed esperta ricostruzione di scenari e personaggi, dall’intrecciarsi delle loro storie e, perchè no, dallo stile piacevole con cui è scritto.

“Il libro dei morti” di Patricia Corwell


Il libro dei morti - Patricia Cornwell

Dopo l’ultimo devastante caso che l’ha vista in azione in Florida, Kay Scarpetta decide che è arrivato il momento di imprimere una svolta sia professionale sia personale alla sua vita. Decide così di trasferirsi nella pittoresca Charleston, nella Carolina del Sud, e lì aprire uno studio privato di pedagogia forense. Con lei sono anche la nipote Lucy e il fidato Pete Marino. Proprio quando sembra prendere avvio una tranquilla esistenza nella routine della provincia americana, Kay è chiamata a Roma per collaborare alle indagini sull’orrenda fine di una giovane statunitense campionessa di tennis. Un caso che sembra collegarsi ad altri omicidi rituali. Ancora una volta Kay Scarpetta capisce dovrà mettersi sulle tracce del colpevole interpretandone i messaggi prima che sia troppo tardi.

Pacta sunt servanda e questo romando fa parte di diritto della cerchia non piccola di ciò che è ed invece non avrebbe dovuto essere. Patricia Cornwell sembra desiderosa di distruggere più o meno rapidamente alcuni dei personaggi protagonisti e di contorno della saga di Key Scarpetta. Non si spiega diversamente la miserevole fine di quello stupido povero mentecatto di Marino sessualmente ossessionato dalla sua capa, come pure quella della dottoressa Self, ridotta a semplice macchietta perversa nel suo delirio di onnipotenza. Come sempre nei delitti seriali gli indizi convergono e consentono di individuare il colpevole, ma in questo caso nessuna spiegazione è stata fornita sul significato rituale degli stessi. Rimane alla fantasia del lettore immaginarne il perchè. Certo, può essere una tecnica narrativa… originale, indubbiamente.

Mostra “Egitto – Tesori sommersi” alla Reggia di Venaria (Torino)


20090602torvts

Si è appena conclusa l’unica tappa italiana della mostra internazionale “Tesori sommersi” che ha esposto circa 500 reperti archeologici provenienti dal Alessandria, Heracleion e Canopo. Città che durante i primi secoli dell’era cristiana sprofondarono sei metri sotto il livello del mare lasciando ai posteri reperti che vanno a coprire XV secoli di storia, dal 700 a.C all’800 d.C.: reperti che  mostrano al pubblico l’affascinante rimescolamento artistico di arte greca, romana e bizantina su una base chiaramente egizia.

La mostra è stata ospitata negli imponenti spazi espositivi della Reggia di Venaria, e più in particolare della Citroniera (l’antica serra creata per il ricovero degli agrumi) e della Scuderia Grande, opere di grande pregio architettonico realizzate nel Settecento da Filippo Juvarra ed il cui restauro volge ormai al termine.

Fin qui una sintesi dei vari comunicati ufficiali e non reperibili anche in rete sulla mostra. Adesso una valutazione personale della stessa.

Il primo impatto è negativo: il biglietto, omaggio perchè la scrivente ha utilizzato l’Abbonamento Musei che dà diritto all’ingresso gratuito, ha come ora di stampa le 9.02 del mattino mentre è stato ritirato alla cassa ben dopo le 15. E qui sorge una (legittima?) perplessità sul numero di reali visitatori che hanno percorso le stanze in cui erano esposti i manufatti…

Secondo impatto: la vastità degli spazi, che rendono piccoli anche i reperti più imponenti.

Poco alla volta ci si rende conto che l’allestimento -molto scenografico e MOLTO STROMBAZZATO- realizzato da Robert Wilson a cui si uniscono le musiche ed ambientazioni sonore di Laurie Anderson, sono più importanti dei pezzi esposti. In poche parole, una classica americanata nel senso più evocativo del termine.

Chissà… forse la necessità era quella di nascondere la povertà dell’offerta artistica, oppure il progetto è stato partorito sin dall’inizio in questi termini, tuttavia il risultato offerto all’appassionato è decisamente sconcertante.

In molte sale i reperti risultavano esposti su più livelli (due oppure tre) e questa scelta rendeva la loro visione particolarmente difficoltosa per non dire proibitiva. In ogni caso non affatto piacevole: la fila superiore era osservabile solo da persone alte, molto alte… che nonostante ogni sforzo avevano una visione dal basso. La fila più in basso, invece, richiedeva che il gigante in precedenza privilegiato si piegasse in due offrendo le terga a chi osservava il reperto successivo ovvero si mettesse ginocchioni. Un esecizio atletico degno di un percorso ginnico, da suggerire ai supervisori del Parco de La Mandria. In altre si è cercato di ricreare i riflessi marini con reti che offuscavano la visione degli oggetti mentre nel Coral Tunnel vetri deformanti rendevano l’idea degli oggetti immersi nell’acqua. Chissà perchè ma lo avevo apprezzato maggiormente quando avevo visitato l’Acquario di Genova…
Molto molto carino, per chi era interessato alla visione d’insieme e non ai reperti. A confermare le priorità della Mostra le targhette: scritte a caratteri piccoli e posizionate strategicamente in posizione defilata in maniera da renderne la lettura lunga e faticosa, sì da far passare la voglia di farlo dopo qualche tentativo.

Le aspettative erano alte, grazie anche al grande battage pubblicitario, e sono andate completamente deluse.

A seguire un video con interviste realizzate durante l’inaugurazione della mostra.

Ogni commento sulle valutazioni degli intervistati è superfluo.

L’itaGlia sé destra

10 Maggio 2009 2 commenti

michelabrambilla
Veline d’Italia
Stringiamoci a coorte,
Siam pronte alla morte
Il Capo chiamò.

Veline d’Italia
L’Italia s’è destra;
Dell’elmo di Silvio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?

Ma, qui, guardala !!!
Magari hai pure gusti diversi
Se non apprezzi cotanta minestra.
Fresca, non riscaldata.

Tuo papi.
Anzi no, ora ti diseredo.


FIAT acquisisce CHRYSLER


Obama, felice possessore in gioventù di una Fiat Ritmo, è rimasto fortemente impressionato dallo spot proposto da Marchionne. L’evoluzione della specie, il modello con cui invadere Nuova York.

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I G N O R A N T E (Milly Carlucci)

29 aprile 2009 6 commenti

La ex soubrette e parlamentare del teatrino della politica, ogni volta che parla dimostra la propria ignoranza. Questa volta con un disgustoso augurio. Tuttavia ciò che per lei era un voluto insulto, nella realtà dei fatti è un non-sense. Ma l’intenzione è quella che conta, e l’ignoranza della persona più che manifesta. Ignoranza, protervia e volgarità.

A seguire una riflessione sul ddl presentato dalla on. Carlucci che dimostra come questa sia un ottimo PASSACARTE. Chissà se ha letto i quattro fogli… mentre è inutile domandarsi se possa averne vagamente compreso il significato.

Buon compleanno leader (de che?) Massimo

28 aprile 2009 Lascia un commento

Un documento riservato ritrovato negli archivi sovietici. 20 anni fa il KGB aveva interrogato vari esponenti -allora giovani- della sinistra italiana per avere un parere su D’Alema: era un bravo comunista? O stava gia’ diventando un socialdemocratico? Rivelazioni sconvolgenti presentate alla festa di compleanno per i 60 anni di D’Alema. Con un piccolo aiuto da Dziga Vertov. Mockumentary a cura della Bocciofila Mitrohkin. Prima parte (la durata complessiva e’ di 23 minuti).

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Il signor l’Alema ha cominciato a “lavorare” presto, forse è ora festeggi il compleanno e… che mediti sull’opportunità di andare ASAP in pensione, Tanto la barchetta con cui gingillarsi ce l’ha… al  masssimo si incaglia su qualche secca anzichè incagliare l’Italia e far incaare gli italiani…

Borghezio, docente di neofascismo

22 aprile 2009 7 commenti

Una video inchiesta del francese Canal Plus su neofascismo e neonazismo smaschera il leader del Carroccio. Mario Borghezio, ospite del movimento francese Nissa Rebela -ossia del Philippe Vardon già riconosciuto colpevole di islamofobia e di ricostituzione di partito fascista- non si è accorto che la telecamera che lo riprendeva durante il suo intervento stava continuando a registrarlo. E’ stato così possibile ascoltare i suoi suggerimenti, forniti sottovoce ad alcuni esponenti del movimento, al fine di poter uscire dall’isolamento politico.

“Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E’ un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera… ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi”.

Nulla da eccepire… discorso lineare. Lezione didattica con esempi pratici.

Voto: 8++