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I G N O R A N T E (Milly Carlucci)

29 aprile 2009 6 commenti

La ex soubrette e parlamentare del teatrino della politica, ogni volta che parla dimostra la propria ignoranza. Questa volta con un disgustoso augurio. Tuttavia ciò che per lei era un voluto insulto, nella realtà dei fatti è un non-sense. Ma l’intenzione è quella che conta, e l’ignoranza della persona più che manifesta. Ignoranza, protervia e volgarità.

A seguire una riflessione sul ddl presentato dalla on. Carlucci che dimostra come questa sia un ottimo PASSACARTE. Chissà se ha letto i quattro fogli… mentre è inutile domandarsi se possa averne vagamente compreso il significato.

Riflessione su Facebook

25 dicembre 2008 2 commenti

L’articolo di Vittorio Zambardino
La gioiosa Farragine: riflessione festiva su Facebook
(http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2008/12/23/facebook-o-della-gioiosa-farragine)

Mi ha spinta a scrivere una personale riflessione sul tema.

I lati negativi dello strumento, che indubbiamente ci sono e sono pure ottimi ed abbondanti, vengono amplificati soprattutto da quelle persone, e sono purtroppo la maggioranza, che sono neofite o quasi di Internet con la ‘i’ maiuscola. Io, essendo purtroppo lontana utente non di Agorà perchè pagare l’interurbana viaggiando a 300 baud significava esser cacciata di casa (a quanti è arrivata la minaccia? Credo molti… il piacere di veder apparire le lettere una ad una in religiosa attesa che la frase si completasse sul monitor… ma poi arrivava la bolletta, con infarto dei poveri tapini di genitori) bensì di bbs più vicine che erano associate in quello che allora era il network dei poveri, ossia Fidonet.
E qui apro un accorato appello al caro Vittorio, perchè quella è un’epoca che a mio avviso andrebbe ricordata… i pionieri non erano solo i geni del Cern ma anche studenti e professori che si confrontavano con uno strumento di comunicazione che PER LA PRIMA VOLTA infrangeva le barriere sociali; senza saperlo, ad esempio, io studentessa liceale mi ero trovata a “litigare” su tecniche di programmazione con quello che era un professore universitario. Quando mai avrei avuto il coraggio di sostenere le mie tesi, in un altro contesto? Parliamo di 30 anni fa, quando il mondo ancora viaggiava per lettera… oggi si dà del tu al proprio direttore, quando all’epoca ci si rivolgeva con il “lei” al proprio collega.

Tornando a Facebook… come in tutto ciò che si affronta nella vita occorre avere consapevolezza di quello che si fa e delle possibilità offerte da uno strumento, ma soprattutto dei rischi che si possono correre. La quantità di informazioni personali inserite su FB dovrebbe essere in funzione della barriera all’accesso che si è deciso di impostare. Personalmente ho una lista cortissima… solo le conoscenze reali e pochissime eccezioni. Come rispondo sempre, non facendo collezione e non aspirando alla top ten degli utenti più famosi preferisco rimanere nel mio piccolo antro. E quindi posso permettermi di condividere una parte della mia vita. Ho letto della signora che si lamentava che la correzione al suo status relazionale è risultata visibile ai suoi contatti con grave nocumento… beh… bastava semplicemente cancellare la nota facendo un click. E’ inutile lamentarsi se si ignora. Ormai è in voga lamentarsi di tutto (ciò che non si sa fare) e pretendere solamente, ma a volte occorre azionare un pò i propri neuroni per capire se la soluzione al proprio problema esiste, anche se non è scritta a caratteri cubitali sotto il proprio naso. A corollario di quanto detto precedentemente… prima di agire occorrerebbe valutare gli effetti della propria azione e verificare se è possibile rimediare ad eventuali risultati indesiderati. Chissà perchè, ma questo mi sembra tanto ciò che si fa nella vita… perchè è così difficile farlo davanti ad una tastiera?

Ma questo approccio piagnucolos-criticone deriva da un grosso limite nella (non)cultura informatica di questo Paese. Io ci sono arrivata perchè abituata a ragionare per possibilità e tentativi, frutto della esperienza informatica pregressa. Chi arriva dalla lettura di un giornale cartaceo tende a non uscire dall’autostrada che vede innanzi a sè. E questo è l’errore più grave… perchè l’informatica è nata ed ancor oggi cresce grazie alla ricerca di sentieri che permettano di andare oltre il punto in cui l’autostrada è rimasta bloccata da un ostacolo.