Sempre regna alto il caos, nei cieli di Alitalia. Ops, pardon… qua si (s)parla di altro. Peccato solo che le farse non siano solo a teatro ma risultino prevalenti nella quotidianità, con tanti Pulcinella che si credono Napoleone o Gesù, mentre altri più semplicemente sono consapevoli di essere dei semplici buffoni di corte.

La coscienza di Scajola

30 aprile 2010 Lascia un commento

“Ho la coscienza a posto”. Così Claudio Scajola ha commentato in Consiglio dei ministri la vicenda che negli ultimi giorni riempie le pagine dei giornali.

Il problema è che occorre averla, una coscienza.

Declino del Sacro Romano Impero


E questi figuri sarebbero portatori del Verbo di Cristo ?

Ed hanno il coraggio di parlare di Pietà, Rettitudine, Morale, Fede, Matrimonio e di tutte le ALTE parole con le quali quotidianamente ci sommergono ? Eh no, cari signori.. esercitate l’unico ritto che moralmente vi è concesso: quello di TACERE su cosa è bene per la comunità, che Voi altro non siete che portatori del male, miseri untori che predicano bene e razzolano molto male. Vecchio proverbio che mai come ora si dimostra rappresentativo della realtà, di un modo di pensare dove la priorità non è il bene comune, ossia la chiesa dei fedeli bensì quello piccino, materiale di conservazione del proprio status.

Ricordiamo che la parola “chiesa” deriva dal greco “ekklesìa” che significa “assemblea“, “gruppo“, “riunione“.. ossia un gruppo di persone radunate per adorare Dio e per mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo. Dire “la chiesa di Cristo” equivale a dire “l’insieme di persone che seguono Cristo, che sono di Cristo“. E questi individui ne seguirebbero i precetti?

Leggere il documento relativo al “Caso Kiesle” non può lasciarci sconcertati o sgomenti.. quelle sono sensazioni che si potevano provare all’inizio, quando non si poteva credere al marciume che giorno dopo giorno veniva pubblicato sui giornali di tutto il mondo. Perchè la cosa triste non è l’orrore degli atti immorali perpetrati da “sant’uomini” nell’esercizio delle loro funzioni (!), ma nella totale copertura che nei decenni è stata sistematicamente e razionalmente portata avanti. Il bene della Chiesa di Cristo innanzi a quello delle vittime innocenti. Gesù Cristo avrebbe evitato di supplizio, avesse mai immaginato qualcuno adoperarsi con tale mancanza di qualsiasi parvenza di morale.

Per chi conosce l’inglese (e magari un pò di latino), una lettura “edificante“. Formativa.

votum-episcopi

Non ritengo sia il caso di aggiungere altro, non ora.

Per fortuna la Chiesa è costituita anche e soprattutto da onesti fanti e non da gerarchi che mirano alla conservazione della specie (oops! Che pensiero darwiniano!!) quindi mi auguro che dalle macerie di questa Chiesa possa esserne edificata un’altra più vicina al pensiero di Cristo ed ai suoi insegnamenti.

Spettacolo “30” di Giobbe Covatta


Il taglio dello spettacolo è l’ormai consueta satira politica, con qualche intermezzo più leggero di natura psico-sessuale che non raggiunge però le vette di perversione comunicativa di Gabriele Luttazzi. Le due ore di intrattenimento scorrono piacevoli, grazie all’originalità di Giobbe Covatta, tanto che non ci si rende conto del passare del tempo nonostante la tematica affrontata non sia delle più semplici. Lo spettacolo ha come canovaccio una riebolazione in chiave tragicomica dei trenta articoli (da cui il titolo) che costituiscono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall’ONU il 10 dicembre 1948. Trenta articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. Vi si proclama che nessuno può essere fatto schiavo o sottoposto a torture, che nessuno dovrà essere arbitrariamente arrestato, incarcerato o esiliato. Vi si sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità, a contrarre matrimonio, a possedere dei beni, a prendere parte al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire di tempo libero e a ricevere un’istruzione.
Una ironia che porta amaramente a riflettere su quale sia lo stato di salute dei diritti nel mondo sottosviluppato dove il Nostro fa beneficenza e porta il proprio aiuto umanitario, sul declino della loro percezione ed esercizio in Italia (Paese che tanto sviluppato non è più) e spinge a meditare sull’immagine trasmessa dall’italiano quando varca i confini nazionali. Il tutto accompagnato da una scenografia molto semplice (un tavolo, una sedia) ma da immagini significativamente coerenti e rafforzative del messaggio trasmesso con la forza dell’ironia accompagnata da un sano sarcasmo. Lo spettacolo termina con la lettura dei trenta articoli e con una frase semplice ma ricca di significato: “Sembrerà assurdo, ma questi articoli li abbiamo scritti Noi!”

Lo spettacolo ha ottenuto lo speciale patrocinio di Amnesty International.

Gianni Covatta, in arte Giobbe, nasce l’11 giugno 1956. Comico e attore, utilizza la sua vena umoristica in tutti i campi dello spettacolo, riscuotendo grande successo in ognuno di essi. Il suo impegno umanitario lo porta nel mese di novembre del 1994 a diventare uno dei testimonial dell’AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca). Da allora, ogni anno, dedica il suo tempo libero ai problemi africani e fornisce un concreto aiuto all’AMREF per portare a termine i propri progetti. Ha rivestito l’incarico di delegato del Sindaco di Roma, Walter Veltroni, per le iniziative di solidarietà e cooperazione internazionale.

Teatro
Debutta nel 1991 al Teatro Ciak di Milano con lo spettacolo “Parabole Iperboli”. Nella stagione 93/94 in collaborazione con Greenpeace rappresenta lo spettacolo “Aria Condizionata” dal sottotitolo e le balene mo’ stanno incazzate… in cui affronta con un nuovo monologo il tema della salvaguardia delle balene. Nel 95 è di nuovo in scena con lo spettacolo “Primate assoluto”. L’anno successivo debutta al Teatro Parioli di Roma in prima nazionale con “Io e Lui” scritto e diretto da Vincenzo Salemme in coppia con Francesco Paolantoni. Nella stagione 1996/1997 è diretto da Ricky Tognazzi in “Art”. Nel 1999 debutta con un nuovo spettacolo “Dio li fa e poi li accoppa”, rappresentato in tutta Italia, che riscuote un enorme successo tanto da portare l’anno successivo alla realizzazione di “Dio li fa…Terzo millennio”. La stagione 2001/02 segna il suo ritorno al teatro di prosa: interpreta, infatti, con Emanuela Grimalda per la regia di Marco Mattolini la commedia “Double Act: due atti a farsi male” dell’autore australiano Barry Creyton prodotta dal Teatro Parioli di Maurizio Costanzo. Nel 2003 porta in tour lo spettacolo “Corsi e ricorsi, ma non arrivai” e nel 2004-2005 “Melanina e Varechina”, spettacolo interamente dedicato al rapporto tra continente africano e mondo occidentale. Lo spettacolo resta con successo nelle programmazioni di prosa italiane fino all’estate 2006 mentre a gennaio 2007 debutta la nuova deliziosa piece “Seven”.

Televisione
Inizia la sua carriera nel 1987 con il programma settimanale “Una notte all’Odeon” in onda su Odeon Tv. Dal 1990 inizia la sua partecipazione come ospite al “Maurizio Costanzo Show”, partecipazione che continua ancora oggi. Nel 1991 recita, accanto a Zuzzurro e Gaspare nella sit-com “Andy e Norman” in onda su Canale 5. E’ poi ospite fisso della trasmissione di Italia 1 “Dido Menica” e compare in tutte le 70 puntate di “Uno – Mania”, programma in onda su Italia 1. Nel ’95 fa parte del cast di “Ruvido Show” di Raidue. Nel 1998 lo vediamo su Raitre con “Drug Story” e nel 1999 è ospite della trasmissione “Quelli che il calcio”. Nel 2001 è di nuovo su Raidue, dove appare a fianco di Serena Dandini e Corrado Guzzanti ne L’Ottavo Nano. Nell’aprile 2002 sostituisce Patrizio Roversi in qualità di conduttore di Velisti per Caso nel corso delle tappe messicane di Adriatica. Dal 2004 è ospite di “Mai dire domenica” con la Gialappa’s. Ha realizzato il programma “Vela spiego io”, 15 puntate in onda nel gennaio 2007 su Sailing Channel: nel quale lo vediamo, come esperto skipper, dare lezioni di vela a due inesperti passeggeri. E’ stato ospite nell’edizione 2007/08 e 2008/09 del programa “Zelig” condotto da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada in onda in prima serata su Canale 5. Dal settembre 2008 interpreta il dott. Colantuomo nella sit-com “Medici Miei” in onda su Italia Uno.

Cinema
Nel 1996 inizia anche la carriera nel cinema. Lo vediamo infatti Co-protagonista nel film diretto da Simona Izzo “Camere da letto” e nel 1999 esce il suo film da protagonista “Muzungu – uomo bianco” per la regia di Massimo Martelli. Segue nel 2003 “Sono stato negro pure io” per la regia di Giulio Manfredonia. Al Festival del Cinema di Venezia edizione 2005, presenta il film-documentario “Bimbi neri, notti bianche”, prodotto da AMREF per la regia di Giulio Manfredonia.

Editoria
Nel 1991 esce il libro, edito da Salani, “Parola di Giobbe” con oltre un milione di copie vendute. Nel 1993 pubblica “Pancreas trapiantato dal libro Cuore” e nel 1996 “Sesso fai da te”. Nel 1999 pubblica “Dio li fa e poi li accoppa”, tratto dalla sua fortunata opera teatrale. Nel 2002 esce “L’incontinente bianco” e nel 2005 “Corsi e Ricorsi ma non arrivai”, libro dall’insolita veste grafica basata sulle testate di quotidiani e periodici.

Giobbe Covatta
in “30”

Testo di Giobbe Covatta

Bru-n.euro

24 gennaio 2010 4 commenti

Ennesima perla si saggezza dispensata agli ascoltatori, questa volta di “Domenica In – L’Arena” su Raiuno.

“La verità”, ha detto Brunetta durante la puntata odierna, “è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese. Solo che una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori. Meno ai genitori e più ai figli. L’Italia è piena di giovani perbene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori”.

Semplicemente mi domando: Brunetta offrirà se stesso alla scenza? Solo per capire se l’intelligenza è un parametro legato all’altezza. Perché è inutile replicare argomentando tecnicamente di diritti acquisiti etcetera etcetera quando risulta evidente che la controparte non è in grado di uscire dal ruolo di figurante del teatrino della politica…

“Il professionista” di John Grisham

26 dicembre 2009 Lascia un commento

Rick Dockery, ex promessa del football americano, è un quarterback che non ha mai saputo trovare la spinta necessaria per diventare un grande giocatore. La sua carriera sembra ormai avviata verso una dignitosa mediocrità. Una sera, però, entrato in campo sul netto vantaggio della propria squadra, Rick riesce a rovinare la partita, e la propria vita, con quella che sarà descritta da tutti i media come la peggior performance nella storia del football professionistico. Quando, dopo un incidente in campo, Rick si sveglia in un letto d’ospedale, la sua squadra lo ha già licenziato. Ma giocare a football è l’unico mestiere che Rick conosce, e per questo prega il proprio agente di trovargli, nonostante la sua ormai pessima fama, un ingaggio qualsiasi che lo aiuti a superare la crisi. Dopo una disperata ricerca, un posto sembra rendersi finalmente disponibile. È in Italia, nella squadra dei Panthers Parma. Rick non sapeva nemmeno che in Italia il football fosse praticato e non ha nemmeno la più vaga idea di dove Parma si trovi. Tuttavia parte, deciso a superare questo momento di sciagura e tornare in America non appena gli sarà possibile. Ciò che Rick però non sa è che, nonostante i mille, comici equivoci che un americano che conosce solo la propria lingua può generare nella provincia italiana, a Parma troverà molte cose che la vita negli Stati Uniti non aveva saputo offrirgli: buon cibo e tempi rilassati, ma soprattutto degli amici, un amore e la riscoperta gioia di giocare.

I tecnicismi sportivi tipici del football americano possono risultare ostici alla maggior parte dei lettori non appassionati, ma non inficiano la piacevolezza della lettura che risulta sempre scorrevole grazie allo stile semplice e vivace. I personaggi sono spesso delineati in maniera essenziale, ma l’ironia e la comicità che trasmettono alcune pagine -vedi la guida disastrosa con il cambio manuale- rendono “Il professionista” un romanzo consigliato.

Gli accadimenti, le (dis)avventure di un Americano catapultato nella Provincia costituiscono un omaggio non stereotipato all’Italia, alla sua cultura, arte, lirica, una scoperta della sua cucina e di uno stile di vita così lontano da quello a stelle e strisce. Costituisce uno dei migliori ‘promo’ sul nostro Paese perchè dopo averlo letto viene voglia di venirci e, per chi ci è nato, di apprezzarlo più di prima nonostante i suoi difetti, qui raccontati con ironia.

Un libro che si lascia leggere, di piacevole evasione anche se ben lontano dal Grisham per così dire “classico”, quello del Legal Thriller che lo ha reso celebre.

Servizio Clienti ENI gas & power

20 dicembre 2009 13 commenti

La società suddetta mette a disposizione un numero verde (800-900-700) per le comunicazione con la clientela. Il numero indicato è esatto, il personale risponde in tempi abbastanza rapidi e dimostra una discreta competenza però… però i sistemi informativi sono regolarmente non funzionanti.

“Mi rincresce informarLa che non è possibile verificare quanto da Lei asserito in quanto i sistemi sono in aggiornamento”.

Questa è la frase che la scrivente si è sentita ripetere ripetutamente nell’arco degli ultimi quattro mesi a fronte di una richiesta di rimborso non effettuato.

E qui i problemi sono due.

In quattro mesi, a fronte di almeno SEI solleciti telefonici, ben QUATTRO volte i terminali risultavano inutilizzabili per sedicenti aggiornamenti. Una azienda seria non potrebbe permettersi un sistema informativo sì fatiscente da necessitare di così continue cure. Una azienda seria avrebbe già licenziato i dirigenti responsabili del (dis)servizio ed avrebbe risolto il problema. Una azienda seria opererebbe gli aggiornamenti informatici durante le ore notturne. Una azienda seria si doterebbe di un sistema di backup del frontend al fine di evitare disservizi nei rapporti con la clientela. Una azienda seria avrebbe immediata evidenza di una anomalia nella gestione del rapporto con il cliente. Ci sono fior di strumenti di monitoraggio ed alerting. Però… si tratta di una anomalia? Di un caso statisticamente rrilevante che nuoce al singolo ma che fa parte della legge dei grandi numeri? Si tratta di un disservizio? Oppure di una strategia pianificata? Mi sorge un ulteriore dubbio: ENI è una azienda seria? Ed ancora… una impresa con un sistema informativo così mal ridotto può definirsi una azienda?

Grave non saper gestire il rapporto con la clientela, il patrimonio più importante per qualsivoglia azienda che operi sul libero mercato e quindi NON IN REGIME DI MONOPOLIO…

Collegato a questo c’è poi il banale problema del rapporto economico con la clientela. A fronte di un mancato pagamento scattano immediati i solleciti, gli interessi di mora, la sospensione del servizio.

Ma quando inadempiente è l’azienda erogatrice? Quando inadempiente è l’ENI? Quando questa per QUATTRO MESI e più non ottempera ad una richiesta di rimborso? Oltre a telefonare ad un numero verde inconcludente, dove operatori allo sbaraglio ripetono una filastrocca imparata a memoria, cosa può fare un utente? Rifiutarsi di pagare le bollette successive bloccando magari il RID? Sporgere regolare denuncia per appropriazione indebita, danni morali e materiali?

 

ENI ‘per la famiglia

E lo evidenziano pure. Certo. Come no.

 

Spettacolo “Fenomeni” di Maurizio Crozza

23 novembre 2009 Lascia un commento

Maurizio Crozza torna a teatro con il nuovo spettacolo intitolato “Fenomeni”: monologhi, musiche, personaggi celebri e non, in un affollarsi di storie che raccontano un sistema paese che non funziona più da tempo, con i suoi protagonisti e le sue vittime.

Riusciamo a fare solo le cose difficili… le cose facili ci annoiano… Per esempio, prendi la Freccia Rossa: 3 ore e mezzo per andare da Milano a Roma. Grazie alle ferrovie italiane, sulla tratta Milano-Roma, il treno adesso vince sull’aereo. Purtroppo, invece, sulla tratta Milano-Voghera, il treno perde ancora sulla bicicletta…

Uno spettacolo graffiante, amaro, che ripercorre il quotidiano di notizie che travolgono lo spettatore mostrando quanto il teatro non sia quello messo in scena dall’autore bensì quello quotidianamente recitato da politicanti –i veri protagonisti della commedia all’italiana- che affossano, pardon affollano il nostro Paese.

Immancabile è ovviamente l’invettiva contro il nostro presidente del coniglio Silvio Berlusconi e la sua “irreprensibile” condotta, ma nemmeno l’opposizione viene risparmiata dalla satira del comico e la maggior parte dei nostri deputati vengono “gentilmente” invitati a tornarsene “…a casa !!!!”

Ai monologhi si alternano con efficacia scenica le imitazioni, dal Presidente della Repubblica Napolitano, passando per il papa Benedetto XVI, per giungere infine all’architetto Fuffas ed alle sue celebri risposte sul mondo del design.

Per oltre due ore Maurizio Crozza tiene in pugno la platea con uno spettacolo che procede senza sosta con una carica ed un’energia veramente invidiabili. Impegno che viene giustamente premiato da una sentita standing ovation al momento dei saluti.

Maurizio Crozza è nato a Genova nel 1959. Diplomato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, prosegue la sua carriera con il Teatro dell’Archivolto di Genova, dove forma il gruppo cabarettista genovese dei Broncoviz. Acquisisce popolarità in televisione nei programmi satirici di Rai Tre “Avanzi” e “Tunnel”, nei programmi della Gialappa’s Band e nella trasmissione demenziale “Hollywood Party” (in onda su RAI Radio 3). E’ del 1995 l’esordio come attore cinematografico nel film “Peggio di così si muore” di Marcello Cesena a cui fece seguito quattro anni dopo “Tutti gli uomini del deficiente” ideato dalla Gialappa’s. Dal 2001 al 2004 Crozza è comico e trasformista di punta nelle trasmissioni “Quelli che… il calcio” e “La grande notte del lunedì sera” presenatate da Simonia Ventura. Nel 2005 Adriano Celentano lo vuole nel suo discusso programma “Rockpolitik”.

Nel 2006 Crozza esordisce come show-man e autore di un nuovo programma su La7, ironicamente intitolato “Crozza Italia”. Dal 2007 cura e interpreta stabilmente la copertina del programma su Raitre “Ballarò”.

Maurizio Crozza
in Fenomeni

testo di Maurizio Crozza
Vittorio Grattarola, Alessandro Robecchi, Andrea Zalone
musicista in scena Silvano Belfiore
collaborazione ai testi Federico Taddia

“Un posto nel mondo” di Fabio Volo

19 novembre 2009 2 commenti

Michele ha un amico, Federico. Uno di quegli amici con i quali dividi tutto: l’appartamento, la pizza e la birra, ma anche i sogni e le frustrazioni, le gioie e i dolori, e qualche volta le donne. Un giorno Federico decide di mollare tutto e partire. Stanco della vita monotona di provincia, se ne va alla ricerca dell’altra metà di sé. Michele invece resta. Quando torna, dopo cinque anni, Federico è cambiato. Ora è sereno, innamorato di una donna (Sophie) e della vita. Sembra una storia a lieto fine, ma non è così. Federico all’improvviso riparte, stavolta per un viaggio molto più lungo. Ritornerà (a sorpresa) nascosto dietro gli occhi di una bambina, Angelica.

Romanzo che colpisce dritto al cuore, scritto in maniera semplice, diretta, senza inutili contorcimenti verbali. Perché in questo caso, ciò che più conta è comunicare, trasmettere dei sentimenti. Ognuno di noi finisce per riconoscersi nel protagonista perchè tutti abbiamo attraversato momenti difficili, momenti alla ricerca di noi stessi e del nostro scopo nel mondo. Ed è una riscoperta, una conferma del forte significato dell’amicizia, quella vera, quella che ti spinge a condividere tutto con la persona che è come -ed anche più!- di un fratello, di una sorella. Perché un amico c’è quando il divertimento è da un’altra parte. Ammetto di essere rimasta molto coinvolta, mentre in treno lo leggevo, con chi era seduto di fronte a me che probabilmente si domandava la ragione del luccicare dei miei occhi e di qualche lacrima che ogni tanto scendeva…

Le Guide Traveler di National Geographic – Arizona


Frutto della prestigiosa tradizione di National Geographic e dell’esperienza di viaggio dei suoi collaboratori, queste guide turistiche approfondite, aggiornate e ricche di informazioni dettagliate guidano il turista attraverso le varie dimensioni che costruiscono l’emozione di un viaggio: storia e cultura, monumenti e curiosità, arte e tradizioni. Grazie a una serie di itinerari consigliati, il lettore potrà avventurarsi anche nei luoghi più remoti avvalendosi delle informazioni pratiche che il testo fornisce. Ogni guida, in un pratico formato, si avvale di testi accurati e di un ricchissimo apparato iconografico, costituito da superbe fotografie, da mappe dettagliate e da ricostruzioni tridimensionali dei più importanti siti da visitare; senza tralasciare consigli pratici su dove mangiare, dormire, fare shopping e divertirsi.

Riflessione sull’uso: le informazioni contenute nella guida vanno prese con “le pinze”. Per carità, non ci sono falsi d’autore, però ogni più piccolo luogo, evento o sito viene esaltato da Bill Weir -autore della guida- in maniera tale da renderlo comparabile per, dire, alle “Cascate del Niagara”, al “Grand Canyon” oppure a “Monument Valley”. Ecco che il viaggiatore non avveduto rischia di percorrere decine quando non centinaia di miglia per rimanere poi deluso da quanto in realtà si trova poi davanti.
Fatta invece la giusta tara, ecco che la Guida sull’Arizona del National Geographic risulta essere un ottimo strumento per girellare qua e là per un paese che colpisce per la sua immensità e varieta e che per questo presenta molte attrazioni… al di fuori dei consueti itinerari turistici. Ma questo sarà oggetto di un altro articolo.

“Il portico della gloria” di Davide Gandini


Il Portico della Gloria - Davide Gandini

Affrontare la lettura di un diario di viaggio come quello scritto da Davide Gandini non è facile. Non è facile perché, in un periodo storico come l’attuale dominato da materialismo ed edonismo, si fatica ad accettare l’idea che una persona si armi di solo spirito per intraprendere un cammino di centinaia di chilometri avendo come unico obbiettivo l’immateriale. Perché non è certo la Compostela il trofeo anelato dal vero pellegrino, non è quel foglio di carta redatto in latino e rilasciato dall’autorità ecclesiastica di Santiago de Compostela che certifica il compiuto pellegrinaggio alla tomba dell’ Apostolo San Giacomo da parte di chi l’abbia percorso per motivi esclusivamente religiosi.

Il pellegrinaggio di Gandini si svolge infatti da Lourdes fino a Santiago de Compostela per concludersi a Finisterre ed il lungo percorso viene affrontato con la sofferenza fisica ed i dubbi sulle proprie capacità di riuscita di ogni essere umano che affronti un ardimento che è ai limiti delle proprie forze.

Risulta facile affermare “ci vuole fede”… perché la fede più che affermarla occorre praticarla. Ed immedesimarsi nello spirito con il quale il viaggio viene affrontato dal credente risulta ancora più arduo e per certi versi misterioso per chi questa fede non ce l’ha, oppure l’ha riposta nell’angolino più riparato del proprio ripostiglio interiore. Ma la lettura di questo diario, più che il racconto di un cammino di sofferenza fisica è un percorso di ricerca interiore, alla ricerca di se stesso e della soluzione a ciò che gli tormenta l’animo. E questa ricerca, questa sofferenza non è di esclusiva pertinenza delle sole persone che hanno fede, ma di chiunque sia alla ricerca di se stesso. Ecco che, quasi con stupore, leggendo le pagine si possono trovare similitudini con la propria esistenza, i propri dubbi, riflessioni, pensieri di agnostico o incredulo.

Pur essendo scritto con un linguaggio semplice ma al tempo stesso non banale, pur descrivendo gli accadimenti quotidiani, i luoghi attraversati, le persone e personaggi incontrati anche solo per un istante, pur… nonostante tutto questo, la lettura finisce per coinvolgere anche l’ateo più convinto perché il fine non è quello di santificare un pellegrinaggio che è comunque patrimonio della Chiesa, ma di mostrare che guardando dentro di sé è possibile raggiungere quello che si cerca.